Cilento 2020

Cilento

Ormai è diventata una tradizione, a primavera iniziamo a chiederci quale sarà la proposta di Centocittà per la vacanza mare-trekking (soft) di fine settembre. 

Quando arriva il programma, c’è uno scambio di messaggi whatsapp: 

“Ci sei?”

“Ci siete?”

“Sì, certo, quest’anno porto un’amica”

“Io vengo con mia sorella”.

Questa volta la destinazione è stata in Campania, il Cilento, una zona poco conosciuta da noi del nord, ma che ci ha riservato molte sorprese. Durante i trekking avevamo due guide ambientali escursionistiche, Danilo e Fernanda. Danilo, “il piccolo grande uomo”, un vero figlio della sua terra, di cui conosce ogni segreto e ogni sentiero, orgoglioso di farla conoscere ai turisti, trovando ogni volta il percorso migliore.

Cilento

Fernanda, una ragazza dinamica ed eclettica, che dopo gli studi tecnici ha coltivato, oltre all’amore per la natura, molteplici interessi, arrivando per ora alla fisica quantistica….

L’ultimo giorno ha regalato a ciascuno di noi una piccola riproduzione di un suo acquerello avente come oggetto un luogo visto nel corso delle escursioni. Io ho “La Torre del Telegrafo”, una torre del XVI sec., oggi in rovina, che faceva parte del sistema di avvistamento e di protezione costiera del Regno di Napoli. Si trova su una piccola altura rocciosa a picco sul mare  e domina la lunghissima spiaggia di Ascea Marina, su cui si affaccia il resort dove alloggiavamo. Noi, appassionati di trekking, ci siamo arrivati dall’interno, percorrendo, tra sali e scendi anche abbastanza impegnativi, un sentiero immerso nella macchia mediterranea, “Il sentiero degli innamorati”. Inaugurato nel 2017, è costituito da gradoni, suggestive passerelle e piattaforme in legno, necessarie  per preservare le dune e la flora della spiaggia, e regala viste spettacolari sul mare e la costa da Capo Palinuro al litorale di Ascea.

In perfetta sintonia con la nostra vacanza il percorso che dal porto di Marina di Camerota si sviluppa, in parte immerso nella macchia mediterranea, lungo la fascia costiera verso sud. Dopo le soste con relativo bagno alla spiaggia del Pozzallo e a Cala Bianca, consumato il packed lunch, siamo ripartiti verso la piccola spiaggia di Baia degli Infreschi, un gioiello marino del Parco Nazionale del Cilento, pronti per un altro bagno in queste acque cristalline. Il ritorno a Marina di Camerota in barca, per ammirare, questa volta dal mare, la costa frastagliata, punteggiata da spiagge bianchissime e da splendide grotte naturali scavate nella roccia.

Cilento

Oltre a tutto questo, il Parco Nazionale del Cilento è anche luogo di cultura, con tre siti UNESCO. Non potevamo perciò non visitare il sito archeologico di Velia, vicino al nostro resort, e la più lontana Paestum, fondata dai Greci come Poseidonia più di 2500 anni fa. Bellissimi e ben conservati i templi di Paestum, suggestivi come tutti i templi greci con la loro storia millenaria; molto interessante il Museo, ricco di reperti trovati nei dintorni. Tra questi, oltre alla meravigliosa “Tomba del Tuffatore”, mi ha particolarmente colpito una terracotta architettonica, ancora in parte colorata, rappresentante un busto femminile, un elemento decorativo che si trovava sul tetto di un edificio  del santuario di Era. Per l’associazione che si occupa di escursionismo “Cilentamente”, di cui fa parte, Fernanda ha creato il logo e il motto:

“Rallenta il tuo tempo e capirai il Cilento”

suggerimento perfetto per apprezzare le bellezze di questa terra.

Cilento 2020
Cilento 2020
Cilento
Cilento

Cilento 2020

20 Settembre 2020… Sono passati diversi mesi ma il ricordo del trekking fatto in Cilento è ancora molto vivo.

È stata infatti l’ultima “uscita” prima del secondo e del terzo lock-down… Forse anche questo contribuisce a rendere il ricordo e l’esperienza ancora più particolare e viva.

Il viaggio è stato molto comodo e anche il trasferimento alla struttura Olimpia Cilento Resort si è stato agevole. Personale e hotel veramente al top.

Cilento

Unico appunto: la cucina…… troppa scelta e troppo buona.

Risultato: nonostante il trekking giornaliero siamo rientrati tutti soddisfatti ma con qualche etto in più….

Pazienza, meritava comunque gustare tutte le squisite ricette che ci venivano proposte quotidianamente e sempre diverse. Trekking e periodo di relax ben calibrati e grande versatilità delle guide locali per adattare le camminate alle previsioni metereologiche giornaliere.

La settimana non si presentava infatti come la migliore per una tale esperienza, ma la prontezza nel modificare le uscite non hanno compromesso il programma originale.

Abbiamo camminato in luoghi incantevoli, tra mare e macchia mediterranea ed alternato natura, arte, storia e luoghi di interesse popolare (Castellabate).

Anche la diversità di preparazione atletica tra i partecipanti non è stato un problema ma i due gruppetti che si sono costituiti all’interno (i lenti e i veloci) sono stato motivo di scambio di vedute sull’approccio al trekking.

Cilento

Per i “lenti “era più importante l’aspetto contemplativo, per i “veloci“ l’aspetto competitivo aveva predominante.

Ultimo ma non meno importante, è stato il ruolo di Michela di Centocittà: sempre disponibile, conciliante e pronta a risolvere ogni problema!

Grazie

Cile 2020

Una crociera nei fiordi della Patagonia, nella parte meridionale del Cile… La sognavo da anni e in questa proposta di viaggio era abbinata a un tour nel nord del Paese.

Qui, nel deserto di Atacama, la nostra base era la cittadina di San Pedro de Atacama, a 2400 m. s.l.m.. In questo antico villaggio, nella piazza dal sapore coloniale, nelle strade di terra fiancheggiate da case di adobe, si respira un’atmosfera di grande fascino e si viene catturati dal passo calmo della sua gente.

Alle nostre spalle il Licancabur
Alle nostre spalle il Licancabur

È stato bellissimo camminare, il pomeriggio del nostro arrivo, nella Valle della Luna, una distesa di imponenti formazioni di pietra e sabbia, dai colori cangianti, modellate nel corso dei millenni dall’acqua e dal vento.

Al termine della passeggiata, una piacevolissima sorpresa: l’aperitivo, al tramonto, con gli occhi al vulcano Licancabur che si colorava sempre più intensamente di rosso, mentre le nostre guide ci raccontavano una romantica leggenda su questo vulcano innamorato.

Il deserto ci ha regalato molti altri panorami meravigliosi, lagune con fenicotteri rosa, geyser spettacolari, ma quello che mi ha ammaliato è il Salar de Atacama, il più grande lago salino del Cile, una distesa a perdita d’occhio di sale bianco candido, un paesaggio quasi surreale. Lasciato il deserto, da Santiago, un volo di più di tre ore ci ha portati, sorvolando le Ande, in Patagonia, nel mio immaginario una regione unica e meravigliosa, “alla fine del mondo”, come dice Francisco Coloane, il grande scrittore cileno.

Atterrati a Punta Arenas, poco dopo la prima emozione: stavamo costeggiando lo stretto di Magellano e quella terra che vedevamo, sfumata, all’orizzonte, era la Terra del Fuoco.

La nostra meta era Puerto Natales, dove abbiamo alloggiato allo stupendo Remota Patagonia Lodge, affacciato sul fiordo di Ultima Esperanza, nomi già di per sé evocativi e ricchi di fascino.

La prima tappa, immancabile, è stata la Cueva del Milodon, nelle vicinanze di Puerto Natales.

In questa grotta naturale, più di un secolo fa, è stata trovata la pelle, rivestita di pelliccia, di un animale estinto, il milodonte, che viveva in quest’area tra 14.500 e 10.000 anni fa. Qui si spinse anche Bruce Chatwin, sulle orme di questo animale preistorico e del parente che aveva spedito in Inghilterra quel pezzetto di pelle coriacea e irsuta che da bambino vedeva a casa della nonna, come racconta nel suo bellissimo “In Patagonia”.

Abbiamo poi dedicato due giornate alla visita del Parco Nazionale Torres del Paine, riempiendoci gli occhi con le sue bellezze: grandi distese erbose, habitat naturale dei guanachi e delle dolcissime vigogne, vallate, fiumi e laghi con acque dai colori meravigliosi, ghiacciai sui rilievi più alti e, naturalmente, il Cerro Paine. Questo massiccio montuoso, con le sue Torres e i suoi due Cuernos è l’icona del Parco. Io sono rimasta affascinata dai Cuernos, ho scattato decine di fotografie, perché, cambiando la luce, la distanza, la prospettiva, mi sembravano ogni volta più belli e maestosi.

Le montagne della cordigliera hanno fatto da sfondo anche alla nostra navigazione lungo i tortuosi canali patagonici e un sistema intricatissimo di fiordi, talvolta enormi, che penetrano tra le montagne, arrivando a ridosso di abbaglianti ghiacciai. Quando eravamo a bordo potevamo ammirare il panorama attorno a noi dai ponti della nave o dagli oblò dei saloni e delle nostre cabine. Bellissimo svegliarsi alla mattina e vedere, poco lontano, una lingua di ghiacciaio scendere dalla montagna e arrivare al mare.

Ancora più elettrizzanti le escursioni a bordo delle scialuppe: un giorno siamo sbarcati e abbiamo contemplato il ghiacciaio da una roccia vicinissima; un’altra volta, sbarcati sulla spiaggia, abbiamo attraversato una piccola foresta nativa fino ad arrivare a un terreno di detriti morenici e quindi alla laguna formata dallo scioglimento dei ghiacci e al ghiacciaio stesso.

Quasi incredibili le colonie di cormorani, ma soprattutto di leoni marini, che abbiamo visto abbarbicati su alcune scogliere. Ma l’immagine che ho immediatamente davanti agli occhi quando penso alla crociera è il ghiacciaio Amalia, il suo fronte enorme davanti a noi, con quelle sfumature di azzurro tipiche di tutti questi ghiacciai, e intorno alla nave, ancorata ad aspettarci, la superficie del mare coperta di ghiacci galleggianti. Bellissimo spettacolo da vedere, ma purtroppo un altro segnale dello scioglimento e dell’arretramento dei ghiacciai anche a queste latitudini.

Le emozioni non finivano mai: una sera, mentre cenavamo, un branco di delfini ha affiancato la nave e ci ha seguiti per un lungo tratto. Poi la luce fino a notte…. L’incanto ci coglieva continuamente: un pomeriggio eravamo in un salone della nave, quando dagli oblò ci è apparso uno stupefacente arcobaleno. Io ho definito il Cile “il Paese degli arcobaleni”, non ho mai visto tanti arcobaleni come in questa vacanza.

Terminata la crociera, siamo tornati a Santiago e, dopo un’ultima cena, il nostro gruppo si è diviso: una mattina in città con visita al suggestivo Museo cileno di arte precolombiana per noi che dovevamo tornare in Italia, sveglia all’alba per chi partiva per un altro luogo mitico: Rapa Nui, l’isola di Pasqua, nell’Oceano Pacifico, a 3600 km dalle coste del Cile.

Flaminia – Gennaio 2020

Cina

La Cina!

Un viaggio che si affronta con tanti dubbi e perplessità: cucina, lingua, distanze, difficoltà nell’utilizzo di internet, mura lunghe migliaia di chilometri, città grandi come nazioni, eserciti di terracotta che sorvegliano il sonno di imperatori.

Ma quello che ti colpisce subito è la gente: tanta, ovunque, sono tantissimi.  E adesso hanno iniziato a fare turismo interno quindi, quando andiamo a visitare i vari luoghi di interesse culturale, non siamo travolti da una massa di turisti occidentali, ma da una folla enorme di turisti cinesi che vengono da altre zone. La cosa che colpisce (sia in senso figurato che in senso fisico!) è che loro probabilmente essendo così in tanti hanno una diversa concezione dello spazio. Nel senso che non lo intendono come spazio privato. Quindi nelle code, nelle visite, per strada, sono uno addosso all’altro ed essendo noi tra loro, tutti loro sono addosso a noi. Sei preso da un iniziale senso di soffocamento, ma dura poco, appena ti abitui alla massa diventa tutto più semplice.

Un altro aspetto a cui ci siamo dovuti abituare è la tradizione del pasto. Si tratta di un vero e proprio rito basato sul concetto di condivisione. Non esistono piatti, il cibo viene portato in tavola in un piatto grande e i commensali prendono il cibo con le bacchette dal centro della tavola. L’unica cosa personale è un piattino dove si mette la salsa di soia e la salsina piccante.
La cucina cinese è estremamente varia. D’altronde non può essere altrimenti dato che mangiano praticamente tutto quello che si muove. Il menu è bello ricco e vario, alcuni piatti sono deliziosi, alcuni mangiabili e qualcuno decisamente distante dai nostri gusti. C’è da dire che dopo qualche giorno ed un po’ di esperienza, si finisce per abituarsi alla cucina cinese. Abbiamo potuto assaggiare tra una serie di ravioli al vapore (che hanno nomi diversi a seconda del ripieno e della forma), piatti di qualsiasi tipo di carne (rigorosamente già a pezzettini per poter essere mangiata con le bacchette, a cui è davvero difficile abituarsi) in padella o bollita con verdure e funghi, patate, riso, zuppe. L’anatra laccata alla pechinese è squisita. Mancano i formaggi e i dolci, ma la scelta tra le altre cose è ampia e non se ne sente la mancanza.

Non aspettatevi però di trovare in giro cinesi vestiti da rivoluzionari maoisti con tuniche abbottonate sul davanti, ormai vestono tutti alla occidentale. In piazza Tienanmen tantissima gente ma più nessuno ci fa ginnastica.

Città pulite, percorse in ogni dove da silenziosissimi (e pericolosissimi) motorini elettrici, un parco auto elettrico consistente, treni veloci, puntuali, puliti e con un ottimo servizio a bordo.

La modernità delle città si fonde con il fascino dell’oriente, dei profumi per le strade, nel culto dei giardini, nei templi buddisti taoisti e confuciani. Ma la Cina è anche la Città Proibita, la Grande Muraglia, l’Esercito di Terracotta, i giardini di Suzhou, i canali di Togli, il lago di Hangzhou. A proposito consiglio la visita della Città Proibita al pomeriggio. Al mattino c’è un delirio di folla.

In giro tra mercati, bancarelle e negozietti si può trovare di tutto, dal ‘tarocco’ più incredibile all’originale più economico. Ma è anche luogo di contraddizioni, si passa dalle casupole basse degli hutong, i quartieri popolari, un regno in miniatura di voci, volti, biciclette e motorini, risciò e mercatini con bachi da seta e scorpioni caramellati alla città moderna.

In pochi chilometri le casette basse ad un piano lasciano il posto ai grattacieli, i risciò alle auto, si passa dalle tranquille e contorte viuzze alle vie a tre, quattro corsie affollate del centro. E inizia il racconto un’altra Cina. Ad ogni angolo c’è qualcosa da vedere. In ogni angolo c’è qualcosa per cui rimanere stupiti.

E in ogni strada incontri qualcuno, e basta uno sguardo, un sorriso e ti verrebbe voglia di fare milioni di domande su come è la vita nel loro paese. Un dialogo difficile, ci separa il muro invalicabile della lingua, parlano solo cinese e pochissimi l’inglese. E allora la conversazione resta affidata agli sguardi, ai sorrisi, ai gesti. Spesso rimaniamo lì a guardarci incuriositi gli uni degli altri facendoci gesti incomprensibili, come la loro lingua. La sensazione è di non essere mai soli, neppure per un attimo.

E poi arriva la fine del viaggio e ti ritrovi con tante emozioni e il ricordo di luoghi bellissimi. Un viaggio indimenticabile ma soprattutto la scoperta di un paese completamente differente da quello che immaginavamo. Ma è stato solo un assaggio, un primo assaporare qualcosa di completamente nuovo e diverso. E ti rimane la voglia di conoscere meglio questo popolo così ospitale e così pudico allo stesso tempo e prepararsi ad un successivo viaggio con una maggiore consapevolezza.

Michele – Novembre 2019

Cina

Era da tempo che volevo visitare la Cina prima che esplodesse sempre di più sotto un profilo urbano e tecnologico e questo viaggio organizzato da Centocittà è stata l’occasione per rendermi conto che ormai le grandi città sono delle megalopoli che non hanno nulla da invidiare ad altre città occidentali, anzi mi è rimasto impresso l’ordine, la pulizia, l’arredo urbano, le strade a 4/5 corsie centrali e a 1/2 corsie nelle laterali per motorini tutti tassativamente elettrici Nelle grandi città ho notato  l’assenza di biciclette.

La sera le città sono vive e capita spesso di incontrare nelle piazze gruppi di persone che ballano al suono di grammofoni portati da qualcuno/a. L’organizzazione perfetta del viaggio (con zero tempi morti e assistenza premurosa e cordiale ci ha permesso di scoprire) i punti salienti dell’antica civiltà cinese (la Città proibita, la Grande Muraglia, l’inimmaginabile esercito di terracotta), del suo mondo in fermento (Shangai, da sempre ponte verso l’occidente;

Pechino, da antica capitale a megalopoli moderna) ma cercando di scoprire anche ciò che, con difficoltà, persiste ancor oggi della “Cina delle tradizioni”: Pingyao, la città di “Lanterne Rosse” probabilmente la più bella delle città storiche cinesi;

la regione dello Shanxi, sconosciuta al turismo internazionale, con valli sacre, grotte, monasteri buddhisti costruiti a metà altezza su pareti rocciose verticali.

Una sorta di pellegrinaggio alle fonti dell’armonia e nello stesso tempo un incontro con le contraddizioni di una civiltà in corsa smisurata verso il progresso e il benessere, la cui diversità radicale rispetto ad ogni altra cultura del pianeta rappresenta la ragione del suo fascino profondo e misterioso.


Complimenti

Angelo – Maggio 2016

Creta

Il viaggio organizzato nell’isola di Creta è stato fantastico, istruttivo e divertente e magico nello stesso tempo. Creta è una meta che già attira ancora prima di vederla.. L’isola è infatti suggestiva, attraversata da una cresta montuosa che scivola verso uliveti ondeggianti, che si allungano sulle coste da sogno.

Inoltre la Creta di tremila anni fa giustificava ogni entusiasmo nelle aspettative, che non sono andate assolutamente deluse. Tutti i partecipanti si sono detti entusiasti dell’organizzazione ed incantati da quella terra che segna la frontiera meridionale del Mediterraneo ellenico, dove il passato più remoto e glorioso riaffiora costantemente nel presente, cementa ogni località, avvalora quel mosaico geografico da sogno…

Non mi soffermo su tutte quelle città che abbiamo visitato, ognuna con una sua caratteristica, una sua importanza, tutto ci ha affascinato, ma soprattutto i resti archeologici ci hanno fatto sognare e quando siamo arrivati a Knossos non sapevamo quasi dove guardare.. Tutto intorno a noi ci parlava di re mitici… tutto, ben restaurato, mostrava i segni del passato, del favoloso regno di Minosse con le sue belle storie e leggende mitologiche. Ma Creta non è solo passato e archeologia.. ci sono anche le coste con le spiagge, quelle bianche spiagge che non hanno nulla da invidiare alle lontane Maldive…

E infatti quando poi abbiamo spostato lo sguardo verso il mare, quando abbiamo percorso lunghi tratti di costa e siamo entrati nelle insenature di pittoreschi villaggi, cittadine, vecchi porti, con pochi battelli ancorati, semplici, ridenti, siamo stati tutti avvolti da una sensazione di pace.

Sotto un cielo chiaro, con qualche nuvola bianca spinta dal vento che andava verso il mare, abbiamo respirato a pieni polmoni quell’aria, quell’inconfondibile profumo di salmastro, che si allargava nei palmeti naturali e ci siamo sentiti penetrare nel cuore quello che viene da sempre definito “il fascino del mare”!

Dopo un viaggio in quel paradiso della natura e dell’architettura viene ora spontaneo condividere con emozione, insieme a tutti quelli che hanno partecipato un grazie alla efficiente organizzazione che ci ha fatti sentire un gruppo unito e soddisfatto.

Renata – Ottobre 2016

Costa Rica

Emozioni che ti tolgono il respiro. L’una tanto vicina all’altra che ti fanno dubitare della realtà.

Questa è la Costa Rica che Centocittà Viaggi ci ha fatto vivere.

L’emozione più avvolgente, che ti ha accompagnato per tutto il percorso appena lasciata la capitale S. José, è stata quella di trovarsi costantemente abbracciati da una natura non addomesticata dove l’uomo è partecipe, non padrone. 

In questo ambiente è facile farsi colpire da altre emozioni, meno totalizzanti, ma sempre intense, come l’urlo delle scimmie, la bocca aperta del caimano, il volo a coppie delle are, l’aspetto primordiale delle iguane ghiotte di ananas, la lenta nuotata della tartaruga, i movimenti al rallentatore del bradipo, gli occhietti furbi dei procioni.

E ancora i colori incredibili degli uccelli, gli alberi che camminano, la tavolozza inventata da centinaia di fiori, la cascata azzurra, il fiume di due colori. In un cambiamento di paesaggio e di clima che fa sobbalzare, dal mare caraibico, alle foreste nebbiose, agli impressionanti coni dei vulcani, per finire alla luminosa potenza del Pacifico.

Adalberto – Febbraio 2017

India

(Commenti dei partecipanti)

Un Paese meraviglioso che regala emozioni fortissime.

Sapori mai provati, odori mai sentiti, occhi neri e profondi che ti osservano, denti bianchissimi che ti sorridono.

Povertà e bellezza, spiritualità e miseria.

Visitare luoghi dove il tempo sembra essersi fermato.

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Avvicinarsi ad una cultura diversa che a volte si fa fatica a capire.

Accettare che non sempre si può capire.

L’India per me è questo e molto altro!

Lara – Ottobre 2016

Iran

Da dove partire per raccontare un viaggio che ne ha raccolti in sé più di uno?

Sognavo fin da bambina un viaggio in Persia: mio papà ogni sera ci leggeva una storia delle Mille e una Notte e mi immaginavo passeggiare fra patii ombreggiati e giardini profumati.

Il sogno è poi è  continuato negli anni dell’Università dopo aver studiato solo sui libri la storia dell’arte islamica che ha le sue radici nella storia dell’arte persiana. I sogni, se ci credi, diventano realtà e il viaggio è stato assolutamente all’altezza delle aspettative, anzi meglio.

Ho visto e toccato con mano gli Ziggurat (allora esistono!!), ho camminato fra le rovine di Persepolis sentendo in lontananza i passi dei sovrani che portavano i loro dono al grande Dario; mi sono seduta sui patii delle magnifiche case di ricchi mercanti di cose preziose; ho annusato fiori in giardini colorati ricchi di magici zampilli d’acqua e ho ammirato la grandiosità delle moschee islamiche i cui elaborati disegni sono riproposti negli altrettanto famosi tappeti persiani. Ho assaggiato cibi semplici ma molto gustosi, sgranocchiato pistacchi e mandorle, dissetata con angurie, arance e meloni e saziata con riso dall’inconfondibile color giallo zafferano.

Ma la parte migliore del viaggio sono state senza dubbio alcuno le persone: gentili, aperte, disponibili, bellissime, soprattutto bellissime dentro. Persone ricche di storie, drammi e sogni ma che non hanno mai lesinato un sorriso. Barbara, la nostra tour leader ha detto che dall’Iran si torna più gentili e penso che mai frase fu più azzeccata.

Fardin, la nostra guida locale ci ha detto che la vita è come l’acqua che deve scorrere e “sgorgogliare” perché se si ferma diventa puzzolente palude. Di sicuro sono tornata dalla Persia più ricca dentro. Grazie anche a tutti i miei compagni di viaggio e a mia figlia Chiara con la quale ho condiviso queste magnifiche esperienze.

Grazie a CENTOCITTA’VIAGGI che sa organizzare viaggi dalle diverse sfumature.

Flavia – Aprile 2018

Iran Classico e Iran del Nord

La mia prima esperienza accompagnati da Barbara, che già conoscevo dai racconti di miei amici.

Un viaggio in un paese meraviglioso, per noi impossibile fino a qualche tempo fa, che ci ha lasciato il dolce della bellezza della gente, della sua storia, cultura e architettura millenarie.

Siamo stati seguiti con cura, tutto si è svolto regolarmente; ottime le sistemazioni. Una bellissima esperienza.

Carla – Aprile 2016

Islanda

Era la prima volta che viaggiavano con Centocittà ma ci siamo trovati benissimo.

Organizzazione perfetta ed accompagnatrice dell’agenzia che ha affrontato e risolto immediatamente ogni contrattempo emerso durante il tour.


Compagni di viaggio molto simpatici e disponibili con noi, sebbene non conoscessimo nessuno..
Nulla da aggiungere sulla guida (competente e simpatica) e su tutte le meraviglie viste durante il tour (tutto bellissimo).
Complimenti!

Giuseppe e Paola – Agosto 2017

Istanbul 2020

Istanbul: città a metà fra due continenti.

Questa città è, senza alcun dubbio, una delle più singolari che io abbia mai visto.

È come se avesse due volti: la parte europea è ricca di storia, ad ogni passo si respira la sua grandezza passata e si ammirano i segni del suo antico splendore; la parte asiatica, al contrario, è moderna e cosmopolita.

Istanbul è fortemente legata alle sue radici e alle sue origini ma dimostra anche molta voglia di crescere, di migliorarsi e di adattarsi sempre più allo scenario internazionale.

Attraversando il Ponte Galata, che collega la parte europea a quella asiatica, si ha come l’impressione di spostarsi dal passato al futuro. In qualsiasi zona di Istanbul ci si trovi, la città ha molto da offrire.

Accompagnati dalla nostra splendida guida abbiamo visitato la celebre moschea di Solimano, la piazza dell’Università, la famosa Aya Sofia, il pregevole palazzo Topkapi e l’incantevole Moschea Blu.

Il cuore pulsante della città resta però il Gran Bazar, il centro della civiltà dove la maggior parte degli abitanti lavora o semplicemente si ritrova.

All’interno del Gran Bazar, Istanbul è più viva che mai: il tripudio di colori, l’intensa varietà degli aromi e il fascino degli innumerevoli volti. È sicuramente una città che vale la pena visitare: sorprendente sotto ogni punto di vista!

Ilaria – Gennaio 2020

Kerala

Kerala | Ayurveda

L’esperienza in un  centro ayurvedico nel sud dell’India lascia veramente un segno duraturo nel corpo e nella mente.  Colpisce la serietà professionale di medici e terapisti, le due ore di trattamento al giorno, quasi sempre  addirittura a 4 mani, riportano il corpo alla sua naturale armonia originaria- Molti del gruppo, me compresa, hanno poi partecipato alle lezioni giornaliere di yoga, pranayama, meditazione.

Il risultato globale è stato che, il mattino al risveglio, provavo una speciale sensazione globale di benessere e di tranquillità.

Nel resto del tempo passeggiate al mare, nuoto in piscina, e shopping nel paesino adiacente.

Che voler di più?

Un grazie anche alla simpatica compagnia con cui ho trascorso queste belle giornate. Ciao India, spero proprio di potermi concedere questo regalo ogni anno…

Arianna – Novembre 2016

Madagascar

È la prima volta che viaggiamo con Centocittà.

È stato un viaggio stupendo di 15 giorni.

Organizzazione perfetta e accompagnatrice, Barbara, molto professionale in tutto, anche nei dettagli.

Sistemazione nei resort e scelta degli hotel ottima.

Il Madagascar ti regala emozioni forti dalla povertà della gente alle bellezze naturali.

Abbiamo ricordi bellissimi nel cuore. Molto bella è stata l’accoglienza dei bimbi del villaggio (etnia Betsileo) nella loro scuola. Ci hanno accolto con un canto che ci ha emozionato.

I volti di questi bimbi resteranno sempre impressi nella mente.

Poi questa natura incontaminata…questa biodiversità…i lemuri, coccodrilli, camaleonti.. osservati nei vari Parchi. Il Canyon malgascio…uno spettacolo di rocce e di natura.

E che dire delle spiagge?? Magnifiche, sabbiose, immense e immacolate…..

Questi sono i viaggi che arricchiscono, volti e paesaggi che non si dimenticano facilmente.

Grazie alla efficiente organizzazione di Barbara e a tutti i compagni di viaggio che, sebbene non conoscessimo tutti, ci hanno fatto sentire parte di un gruppo unito.

Mariagrazia e Mario- ottobre 2019

Nepal

Mi sono iscritta a questo viaggio di gruppo in Nepal, un po’ come tutti, per andare a rendere omaggio alle più alte vette del pianeta e così è stato:

L’Himalaya si è lasciato ammirare in tutta la sua maestosità ed in quota durante  l’escursione in aereo da turismo; l’Annapurna si gode invece nei riflessi del lago di Pokhara.

Sapevo che il paese offriva alcune antiche città d’arte, ricche di templi, riti e spiritualità; mai però avrei pensato di trovarmi in giungla e savana:  il parco di Chitwan è infatti un pezzo d’Africa in questo paese;

Si navigano i suoi fiumi a pelo d’acqua alla ricerca di alligatori;

Si penetra nella foresta a bordo di elefante per raggiungere il cuore e scovare i suoi abitanti più temuti: rinoceronti, ghepardi, bufali, gazzelle di ogni tipo e la tanto temuta tigre, che vi sopravvive in più di cento esemplari e che abbiamo avuto la fortuna di intravedere…

A causa di una guerra civile, oramai cessata da un decennio, il paese si è isolato dal resto del mondo e sopravvive nella sua quieta atmosfera d’altri tempi, per nulla infestato da modernità…

Grazie a Centocittà per la bella esperienza e l’ottima organizzazione; grazie ai compagni di viaggio per la simpatia, speriamo di rivederci presto.

Umberto – Novembre 2016

Pantelleria

21/28 settembre 2019

Partenza per Pantelleria “la perla nera”, destinazione Mursia.

Otto giorni di mare comprensivi di 5 mattinate di trekking per conoscere l’isola.

Accompagnati dalla guida naturalistica Vito, molto preparata e paziente nel rispondere a tutte le nostre domande, abbiamo vissuto giorni intensi immersi in una natura rigogliosa e fertile (perché terra vulcanica) con “favare” che lasciano uscire getti di vapore bollente e acque minerali calde ottime per saune naturali e fanghi curativi.

I bagni nel ” laghetto delle ondine” e nello “Specchio di Venere” dagli incredibili colori caraibici situato in una caldera di vulcano spento, rimarranno impressi nei nostri ricordi.

I dammusi disseminati nelle campagne ci hanno molto incuriosito,così le coltivazioni di viti ad alberello per la produzione dei pregiati passito e zibibbo e quelle dei rinomati capperi di Pantelleria. 

Abbiamo trascorso i pomeriggi riposando in un albergo accogliente, pulito, in riva al mare, con possibilità di nuotare anche nelle due ottime piscine con acqua di mare.

E’ la nostra prima esperienza col tour operator Centocittà e ne siamo stati più che soddisfatti.

Un grazie particolare va alla nostra accompagnatrice Michela, sempre attenta e disponibile.

Attendiamo di poter partecipare alla prossima vacanza unendo: cultura, movimento, conoscenza, relax e ottima compagnia.

Mariangela, Egidio, Elena – Ottobre 2019

Pantelleria 2020

Qualche anno fa, forse un po’ per scommessa, Centocittà ha proposto per la prima volta una vacanza mare-trekking (soft), destinazione Pantelleria. 

Da anni volevo vedere l’isola e questa mi è sembrata l’occasione ideale. 

Dal nostro hotel affacciato sul mare, a Mursia, la zona del più antico insediamento risalente all’età del Bronzo, ogni mattina, Vito, la nostra guida naturalistica locale, ci accompagnava a conoscere una parte diversa dell’isola.

Attraversando bellissimi boschi di pini marittimi e di lecci sulle pendici della Montagna Grande, camminando lungo sentieri e vecchie mulattiere tra cespugli di mirto e di lentisco, passando nelle varie contrade, abbiamo potuto cogliere le due anime contrastanti dell’isola: la sua natura vulcanica e selvaggia e i terreni coltivati dall’uomo, dalle geometrie perfette. Bellissimi i filari di vite ad alberello estesi a perdita d’occhio, come pure le capperaie a terrazze. Sull’isola il cappero cresce spontaneo e la produzione del Cappero di Pantelleria è diventata molto pregiata. 

Lungo i nostri percorsi abbiamo incontrato parecchi dammusi, la costruzione tipica dell’isola, in pietra lavica: alcuni antichi e abbandonati, altri ristrutturati e riconvertiti in strutture turistiche e in splendide ville, ma sempre mimetizzati nell’ambiente circostante.

Sono tutti, anche i più semplici, molto affascinanti ed esprimono il carattere dei panteschi, più contadini che marinai, da sempre alla ricerca di una simbiosi con la loro terra. I dammusi non sono l’unica testimonianza dell’origine vulcanica di Pantelleria, ci sono i bellissimi muretti a secco disseminati per tutta l’isola, le scogliere, nere e taglienti, che sembrano colate di lava da poco solidificate, le acque calde naturali di Cala Gadir e quelle sulfuree dello Specchio di Venere in cui ci siamo piacevolmente crogiolati. Un giorno la nostra escursione ci ha condotti sul vulcano che domina le contrade del sud, il Monte Gibele.

Molto emozionante incontrare, lungo la salita, le favare, getti di vapore acqueo dalle fenditure delle rocce. Arrivati sulla cima, a circa 700 m. s.l.m., stanchi ma appagati, il panorama era stupendo e stupendo pensare che il pianoro, ricco di vegetazione spontanea e a tratti coltivato, dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco, era la caldera del vulcano ormai spento. 

Dopo esserci goduti uno scampolo d’estate a due passi dalla costa africana, siamo tornati a casa portando con noi, oltre a tante emozioni, i profumi e i sapori dell’isola: capperi, bottiglie di passito, sughi alla pantesca, ma anche acquisti fatti nella boutique “in paese”, saldi dei saldi estivi e nuovi capi per l’inverno. Buffo comprare a Pantelleria un giaccone invernale, ma è successo anche questo…

Flaminia – Settembre 2020

Patagonia

La Patagonia, soprattutto per noi amanti della montagna e della natura, è come un paradiso che si materializza.

Difficile raccontarla, più difficile ancora mostrarla:

l’immensità non si cattura in una foto o in un video; l’immensità  si può solo sperimentare. 

I ghiacciai si mostrano generosi e totalmente accessibili nelle forme più variegate: immense lingue che sprofondano nelle lagune, frontali di chilometri avvicinabili quasi ad un palmo di mano, iceberg che blu, azzurri, bianchi o trasparenti, fluttuano silenziosi verso il mare.

Le montagne sono di una bellezza indimenticabile, circondate da boschi fiabeschi e con rocce nobili.

Le montagne sono di una bellezza indimenticabile, così circondate da boschi fiabeschi e con le particolari rocce, mobili e colorate.

I corsi d’acqua fluttuano possenti e sinuosi con il loro particolare colore lattiginoso, spesso interessati da cascate potenti.

Gli animali, delicati e selvaggi, sono innumerevoli: pinguini, balene, otarie, Leoni marini, aquile, cormorani, fenicotteri e una miriade di altri uccelli si accompagnano agli andini guanachi, lama e vigogne.

Non ultimo il fascino di Buenos Aires, città intellettuale ed all’avanguardia, coi suoi duecento teatri e le innumerevoli librerie a testimonianza dell’amore verso la cultura di questo popolo a noi così vicino.

Laura – Novembre 2016

Ravenna

Centocitta’ viaggi organizza da anni la nostra gita annuale con tanta competenza e professionalità, facendoci incontrare guide locali sempre molto preparate che ci fanno apprezzare e conoscere le loro splendide città.

Ci scelgono hotel e ristoranti speciali per un ulteriore godimento della nostra vacanza.

Grazie!

Aido Valle Imagna – Ottobre 2017

Scozia

La Scozia si è rivelata una nazione molto appagante, dalle moderne città ai castelli, con la loro storia di clan e dinastie.

Particolare menzione per la parte ambientale: credo che rappresenti la parte più nobile e profonda di questo paese, con paesaggi che non dimenticano facilmente.

Anna e Gianluigi – Maggio 2014