“Remise en forme” Ayurvedica e tour del Tamil Nadu
Una collaudata settimana di completo benessere in uno dei più premiati centri ayurvedici situato nel sud dell’India, stato del Kerala. 90 minuti abbondanti di trattamenti al giorno, già compresi nella quota, passeggiate sulla spiaggia sottostante, corsi di yoga e meditazione giornalieri, un regime dietetico salutista, ma assolutamente gustoso. In aggiunta, facoltativo, tour “Dal Kerala al Tamil Nadu”, alla ricerca della civiltà indiana autentica, quella dravidica, testimoniata dai raffinatissimi templi antichi, ricchi di arte e sculture, tuttora centri attivi dell’autentica spiritualità induista.
Partenza il 10/10
Pensione completa*
Min. 20 partecipanti
Costo € 1680 + € 795*
*Ayurveda 7 notti + 2 in volo € 1.680 + visto e tour Tamil Nadu 5 notti € 795
Perse nel cuore dell’Oceano Atlantico e sconosciute al turismo di massa queste isole offrono al visitatore panorami insoliti e mozzafiato, natura selvaggia, nonché un arcobaleno di colori: il verde della vegetazione incontaminata, le sfumature di blu dei laghi e del mare, il viola delle ortensie, il rosso e il giallo dei gigli di zenzero, il nero delle rocce vulcaniche. Ma non mancano animali importanti: il passaggio di balene e delfini.
Uno sconosciuto paradiso terrestre.
Itinerario misto fra escursioni classiche e mini-trekking, per garantire a chi lo desidera di scoprire gli angoli più remoti gustando il paesaggio camminando.
Un assaggio della splendida isola di Smeraldo… Belfast, moderna e vivace capitale dell’Irlanda del Nord, con i suoi larghi viali ed imponenti edifici, che dal 1998 (anno della firma degli accordi per la fine delle ostilità fra Cattolici e Protestanti) gode di una rinnovata modernità e dinamicità.
I panorami mozzafiato del nord, dove la natura regna sovrana, tra scogliere a picco sul mare, pascoli verdi e la celebre Giant’s Causeway, la “strada del gigante”.
Musica, colori e sapori unici!
Dublino, giovane e dinamica capitale dell’Irlanda, con i suoi meravigliosi parchi, l’architettura georgiana, il fascino dei recuperi post-industriali e la musica gaelica nei pub…
Il curato resort è immerso in 5 ettari di vegetazione con ampi giardini all’inglese, tra oleandri, eucalipti e rigogliose bouganville. Si affaccia su un immenso arenile naturale lungo oltre 2 chilometri, a tratti ancora selvaggio, ideale per lunghe passeggiate, di fronte al mare incontaminato di questo tratto di costa.
L’aeroporto di Lamezia Terme dista 75 chilometri.
Il Seaclub Cala Landrusa dispone di 86 camere, tutte al piano terra, inserite in unità indipendenti da 2/3 camere ciascuno, circondate dai giardini e dai vialetti interni che collegano le diverse aree del resort.
Offre diverse tipologie per poter soddisfare le necessità di ogni cliente.
Dispongono di servizi privati, alcuni alla francese, asciugacapelli, frigobar, televisore, telefono, accesso Internet adsl, cassetta di sicurezza ed aria condizionata regolabile autonomamente.
Si distinguono in:
Nature comfort per 2/3 persone (sistemazione prevista per il gruppo), completamente rinnovate e costituite da camera matrimoniale con zona salotto con divano letto e spazio esterno, attrezzato con ombrellone e sedie, delimitato da siepe o muretto;
Nature4 per 4 persone, costituite da camera matrimoniale con zona salottino e cameretta con letto a castello, la maggior parte con zona giardino privata.
Camere “deluxe” (massimo 3 persone), lato mare, offrono arredi più completi ed eleganti e servizi moderni con doccia extra large; sono costituite da un ambiente unico con camera matrimoniale e zona salotto con divano letto e veranda esterna attrezzata.
Il top della proposta è rappresentato dalle camere “prestige le dune” (massimo 3 persone), di recente realizzazione, godono di una vista impareggiabile sul mare e sulla spiaggia poiché situate su una duna nella zona più tranquilla del resort. Dotate di arredi moderni ed eleganti, dispongono di letto matrimoniale e divano letto e servizi con doccia extra large; TV LED e notebook, completano i servizi proposti per l’ospite che sceglie questa tipologia che vede inclusa la prima colazione in camera, consegna dei teli mare in camera e lettini e ombrelloni in spiaggia in area riservata ed esclusiva.
La ristorazione è proposta con il trattamento di pensione completa a buffet presso il ristorante “La Duna” dove vengono serviti il pranzo e la cena.
La veranda del ristorante offre una pregevole vista mare. La cucina si propone ricca e gustosa con una selezione attenta e di qualità dei prodotti e delle materie prime. Le bevande, incluse durante i pasti, sono servite in bottiglia: acqua minerale naturale e frizzante, soft drink e vino Doc; la birra è proposta alla spina.
La prima colazione viene servita presso il Cafè del Mar e per i ritardatari viene offerto un “fuori orario” con proposte di croissant e caffetteria presso il bar della piscina. Il “Cafè del Mar” con impareggiabile vista sul mare, la sera si trasforma in esclusivo american bar, durante il giorno, presso il chiosco bar in spiaggia, si possono gustare anche piacevoli drink.
A disposizione degli ospiti una piscina per adulti e bambini situata al centro del resort, edicola, boutique, parcheggio interno (non custodito), ricevimento 24H, deposito valori, WI-FI nelle aree comuni, campo da tennis in cemento e campo da calcetto in erba, canoe, spazio spinning all’aperto con vista sul mare, tiro con l’arco e bocce.
Il team di animazione Seaclub FRiend Francorosso propone durante il giorno corsi collettivi degli sport previsti, tornei di calcetto, beach-tennis, beach-volley, ping-pong, acquagym, risveglio muscolare.
Presso l’anfiteatro all’aperto la sera vengono proposti spettacoli di cabaret, musical e commedie; presso l’american bar, inoltre, viene proposta musica dal vivo da ascoltare di fronte ad una suggestiva vista mare. Tutte le attività vengono svolte nel pieno rispetto del relax e della privacy.
A pagamento: lezioni individuali degli sport previsti, spazio benessere con bagno turco, idromassaggio e massaggi (su prenotazione). Un mondo di attenzioni per gli ospiti più giovani da 3 a 12 anni.
Qui il personale dedicato si prende cura dei bimbi dividendoli per fasce d’età e coinvolgendoli in programmi specifici a seconda delle loro esigenze per attività diurne e serali.
Per i più piccini spazio giochi attrezzato, attività ludiche e didattiche su misura e dopo cena spazio cinema con maxischermo, baby dance e spettacoli fantasia.
A loro disposizione un ristorante dedicato sia a pranzo che a cena con menù specifico e assistenza da parte dello staff Friend loro dedicato. Il club per i teenager, uno spazio dove incontrarsi, conoscersi e socializzare. Ai ragazzi sono rivolti appuntamenti sportivi ed eventi d’intrattenimento sotto l’onda dell’energia e del movimento.
Il resort si affaccia sulla lunga e ampia spiaggia sabbiosa con ghiaia e ciottoli sul bagnasciuga, comodamente raggiungibile dai 4 accessi diretti dai giardini del resort. E’ attrezzata con 1 ombrellone e 2 lettini per camera.
Dall’8 al 15 settembre 2018
Pensione completa con acqua, vino, birra e bibite alla spina ai pasti
Un weekend alla scoperta dell’appendice italiana in terra elvetica che vi sorprenderà per la varietà di paesaggi che godremo anche dall’alto, con laghi e fiumi che regnano incontrastati ma in perfetta armonia con vestigia medievali e sorprendenti architetture contemporanee
SABATO 3 OTTOBRE: Bergamo – Bellinzona – Monte Tamaro – Bolle di Magadino – Cannobio sul Lago Maggiore
Oltre il Circolo Polare Artico, nella terra di troll e vichinghi si scoprono paesaggi di spettacolare bellezza e dal fascino misterioso difficili da descrivere a parole o con fotografie : CAPO NORD, la famosa falesia rappresentante il punto più settentrionale dell’Europa continentale, più vicina al Polo che ad Oslo, luogo carico di energia sacra per gli antichi Sami; Le ISOLE LOFOTEN, pura natura incontaminata inserita nel silenzio più totale, casette rosse affacciate sul mare e circondate da montagne e scogliere altissime da cui godere una particolare prospettiva terra-mare sulla parte continentale del paese. UN BUS ESCLUSIVO PER IL NOSTRO GRUPPO, CON NUMERO DI PARTECIPANTI CONTENUTO (MASSIMO 30 PERSONE) RISPETTO AI I TOUR STANDARD OFFERTI DAL MERCATO (riempiti con 50 pax. ASSISTENZA DELL’ACCOMPAGNATORE CENTOCITTA’ E DI UNA GUIDA LOCALE
Un itinerario che vi permetterà di ripercorrere e toccare con mano uno dei luoghi più significativi della Grande Guerra: la battaglia di Caporetto. Il sentiero storico di Caporetto, un percorso di 5 km che si snoda tra trincee, fortificazioni le linee di difesa italiane. Il tutto nell’incantevole paesaggio creato dal bacino dell’Isonzo, meraviglioso fiume montano che fra cascate, gole e e ponti sospesi offre uno sguardo ravvicinato all’ambiente del carso isontino. Storia e natura, ma anche l’eccellenza della gastronomia italiana a San Daniele, una delle perle delle perle del Friuli Venezia Giulia, conosciuta a livello internazionale per la produzione di un prosciutto dal sapore inimitabile, frutto di una tradizione millenaria e di un microclima unico: la brezza montagnina, che penetra per altissime finestre a feritoia, fa stagionare, appesi a decine di migliaia di su incastellature di legno, gli squisiti San Daniele.
Ormai è diventata una tradizione, a primavera iniziamo a chiederci quale sarà la proposta di Centocittà per la vacanza mare-trekking (soft) di fine settembre.
Quando arriva il programma, c’è uno scambio di messaggi whatsapp:
“Ci sei?”
“Ci siete?”
“Sì, certo, quest’anno porto un’amica”
“Io vengo con mia sorella”.
Questa volta la destinazione è stata in Campania, il Cilento, una zona poco conosciuta da noi del nord, ma che ci ha riservato molte sorprese. Durante i trekking avevamo due guide ambientali escursionistiche, Danilo e Fernanda. Danilo, “il piccolo grande uomo”, un vero figlio della sua terra, di cui conosce ogni segreto e ogni sentiero, orgoglioso di farla conoscere ai turisti, trovando ogni volta il percorso migliore.
Fernanda, una ragazza dinamica ed eclettica, che dopo gli studi tecnici ha coltivato, oltre all’amore per la natura, molteplici interessi, arrivando per ora alla fisica quantistica….
L’ultimo giorno ha regalato a ciascuno di noi una piccola riproduzione di un suo acquerello avente come oggetto un luogo visto nel corso delle escursioni. Io ho “La Torre del Telegrafo”, una torre del XVI sec., oggi in rovina, che faceva parte del sistema di avvistamento e di protezione costiera del Regno di Napoli. Si trova su una piccola altura rocciosa a picco sul mare e domina la lunghissima spiaggia di Ascea Marina, su cui si affaccia il resort dove alloggiavamo. Noi, appassionati di trekking, ci siamo arrivati dall’interno, percorrendo, tra sali e scendi anche abbastanza impegnativi, un sentiero immerso nella macchia mediterranea, “Il sentiero degli innamorati”. Inaugurato nel 2017, è costituito da gradoni, suggestive passerelle e piattaforme in legno, necessarie per preservare le dune e la flora della spiaggia, e regala viste spettacolari sul mare e la costa da Capo Palinuro al litorale di Ascea.
In perfetta sintonia con la nostra vacanza il percorso che dal porto di Marina di Camerota si sviluppa, in parte immerso nella macchia mediterranea, lungo la fascia costiera verso sud. Dopo le soste con relativo bagno alla spiaggia del Pozzallo e a Cala Bianca, consumato il packed lunch, siamo ripartiti verso la piccola spiaggia di Baia degli Infreschi, un gioiello marino del Parco Nazionale del Cilento, pronti per un altro bagno in queste acque cristalline. Il ritorno a Marina di Camerota in barca, per ammirare, questa volta dal mare, la costa frastagliata, punteggiata da spiagge bianchissime e da splendide grotte naturali scavate nella roccia.
Oltre a tutto questo, il Parco Nazionale del Cilento è anche luogo di cultura, con tre siti UNESCO. Non potevamo perciò non visitare il sito archeologico di Velia, vicino al nostro resort, e la più lontana Paestum, fondata dai Greci come Poseidonia più di 2500 anni fa. Bellissimi e ben conservati i templi di Paestum, suggestivi come tutti i templi greci con la loro storia millenaria; molto interessante il Museo, ricco di reperti trovati nei dintorni. Tra questi, oltre alla meravigliosa “Tomba del Tuffatore”, mi ha particolarmente colpito una terracotta architettonica, ancora in parte colorata, rappresentante un busto femminile, un elemento decorativo che si trovava sul tetto di un edificio del santuario di Era. Per l’associazione che si occupa di escursionismo “Cilentamente”, di cui fa parte, Fernanda ha creato il logo e il motto:
“Rallenta il tuo tempo e capirai il Cilento”
suggerimento perfetto per apprezzare le bellezze di questa terra.
20 Settembre 2020… Sono passati diversi mesi ma il ricordo del trekking fatto in Cilento è ancora molto vivo.
È stata infatti l’ultima “uscita” prima del secondo e del terzo lock-down… Forse anche questo contribuisce a rendere il ricordo e l’esperienza ancora più particolare e viva.
Il viaggio è stato molto comodo e anche il trasferimento alla struttura Olimpia Cilento Resort si è stato agevole. Personale e hotel veramente al top.
Unico appunto: la cucina…… troppa scelta e troppo buona.
Risultato: nonostante il trekking giornaliero siamo rientrati tutti soddisfatti ma con qualche etto in più….
Pazienza, meritava comunque gustare tutte le squisite ricette che ci venivano proposte quotidianamente e sempre diverse. Trekking e periodo di relax ben calibrati e grande versatilità delle guide locali per adattare le camminate alle previsioni metereologiche giornaliere.
La settimana non si presentava infatti come la migliore per una tale esperienza, ma la prontezza nel modificare le uscite non hanno compromesso il programma originale.
Abbiamo camminato in luoghi incantevoli, tra mare e macchia mediterranea ed alternato natura, arte, storia e luoghi di interesse popolare (Castellabate).
Anche la diversità di preparazione atletica tra i partecipanti non è stato un problema ma i due gruppetti che si sono costituiti all’interno (i lenti e i veloci) sono stato motivo di scambio di vedute sull’approccio al trekking.
Per i “lenti “era più importante l’aspetto contemplativo, per i “veloci“ l’aspetto competitivo aveva predominante.
Ultimo ma non meno importante, è stato il ruolo di Michela di Centocittà: sempre disponibile, conciliante e pronta a risolvere ogni problema!
Una crociera nei fiordi della Patagonia, nella parte meridionale del Cile… La sognavo da anni e in questa proposta di viaggio era abbinata a un tour nel nord del Paese.
Salendo verso il Mirador
Qui, nel deserto di Atacama, la nostra base era la cittadina di San Pedro de Atacama, a 2400 m. s.l.m.. In questo antico villaggio, nella piazza dal sapore coloniale, nelle strade di terra fiancheggiate da case di adobe, si respira un’atmosfera di grande fascino e si viene catturati dal passo calmo della sua gente.
Alle nostre spalle il Licancabur
È stato bellissimo camminare, il pomeriggio del nostro arrivo, nella Valle della Luna, una distesa di imponenti formazioni di pietra e sabbia, dai colori cangianti, modellate nel corso dei millenni dall’acqua e dal vento.
Al termine della passeggiata, una piacevolissima sorpresa: l’aperitivo, al tramonto, con gli occhi al vulcano Licancabur che si colorava sempre più intensamente di rosso, mentre le nostre guide ci raccontavano una romantica leggenda su questo vulcano innamorato.
Hosteria Pehoé dall’alto
Guanachi in arrivo
Il deserto ci ha regalato molti altri panorami meravigliosi, lagune con fenicotteri rosa, geyser spettacolari, ma quello che mi ha ammaliato è il Salar de Atacama, il più grande lago salino del Cile, una distesa a perdita d’occhio di sale bianco candido, un paesaggio quasi surreale. Lasciato il deserto, da Santiago, un volo di più di tre ore ci ha portati, sorvolando le Ande, in Patagonia, nel mio immaginario una regione unica e meravigliosa, “alla fine del mondo”, come dice Francisco Coloane, il grande scrittore cileno.
Atterrati a Punta Arenas, poco dopo la prima emozione: stavamo costeggiando lo stretto di Magellano e quella terra che vedevamo, sfumata, all’orizzonte, era la Terra del Fuoco.
La nostra meta era Puerto Natales, dove abbiamo alloggiato allo stupendo Remota Patagonia Lodge, affacciato sul fiordo di Ultima Esperanza, nomi già di per sé evocativi e ricchi di fascino.
Spiaggetta
La prima tappa, immancabile, è stata la Cueva del Milodon, nelle vicinanze di Puerto Natales.
In questa grotta naturale, più di un secolo fa, è stata trovata la pelle, rivestita di pelliccia, di un animale estinto, il milodonte, che viveva in quest’area tra 14.500 e 10.000 anni fa. Qui si spinse anche Bruce Chatwin, sulle orme di questo animale preistorico e del parente che aveva spedito in Inghilterra quel pezzetto di pelle coriacea e irsuta che da bambino vedeva a casa della nonna, come racconta nel suo bellissimo “In Patagonia”.
Abbiamo poi dedicato due giornate alla visita del Parco Nazionale Torres del Paine, riempiendoci gli occhi con le sue bellezze: grandi distese erbose, habitat naturale dei guanachi e delle dolcissime vigogne, vallate, fiumi e laghi con acque dai colori meravigliosi, ghiacciai sui rilievi più alti e, naturalmente, il Cerro Paine. Questo massiccio montuoso, con le sue Torres e i suoi due Cuernos è l’icona del Parco. Io sono rimasta affascinata dai Cuernos, ho scattato decine di fotografie, perché, cambiando la luce, la distanza, la prospettiva, mi sembravano ogni volta più belli e maestosi.
Le montagne della cordigliera hanno fatto da sfondo anche alla nostra navigazione lungo i tortuosi canali patagonici e un sistema intricatissimo di fiordi, talvolta enormi, che penetrano tra le montagne, arrivando a ridosso di abbaglianti ghiacciai. Quando eravamo a bordo potevamo ammirare il panorama attorno a noi dai ponti della nave o dagli oblò dei saloni e delle nostre cabine. Bellissimo svegliarsi alla mattina e vedere, poco lontano, una lingua di ghiacciaio scendere dalla montagna e arrivare al mare.
Ancora più elettrizzanti le escursioni a bordo delle scialuppe: un giorno siamo sbarcati e abbiamo contemplato il ghiacciaio da una roccia vicinissima; un’altra volta, sbarcati sulla spiaggia, abbiamo attraversato una piccola foresta nativa fino ad arrivare a un terreno di detriti morenici e quindi alla laguna formata dallo scioglimento dei ghiacci e al ghiacciaio stesso.
Quasi incredibili le colonie di cormorani, ma soprattutto di leoni marini, che abbiamo visto abbarbicati su alcune scogliere. Ma l’immagine che ho immediatamente davanti agli occhi quando penso alla crociera è il ghiacciaio Amalia, il suo fronte enorme davanti a noi, con quelle sfumature di azzurro tipiche di tutti questi ghiacciai, e intorno alla nave, ancorata ad aspettarci, la superficie del mare coperta di ghiacci galleggianti. Bellissimo spettacolo da vedere, ma purtroppo un altro segnale dello scioglimento e dell’arretramento dei ghiacciai anche a queste latitudini.
Le emozioni non finivano mai: una sera, mentre cenavamo, un branco di delfini ha affiancato la nave e ci ha seguiti per un lungo tratto. Poi la luce fino a notte…. L’incanto ci coglieva continuamente: un pomeriggio eravamo in un salone della nave, quando dagli oblò ci è apparso uno stupefacente arcobaleno. Io ho definito il Cile “il Paese degli arcobaleni”, non ho mai visto tanti arcobaleni come in questa vacanza.
Terminata la crociera, siamo tornati a Santiago e, dopo un’ultima cena, il nostro gruppo si è diviso: una mattina in città con visita al suggestivo Museo cileno di arte precolombiana per noi che dovevamo tornare in Italia, sveglia all’alba per chi partiva per un altro luogo mitico: Rapa Nui, l’isola di Pasqua, nell’Oceano Pacifico, a 3600 km dalle coste del Cile.
I laghi salati del deserto di altura, la Patagonia esplorata camminando a Torres del Paine e navigando fra i ghiacci; la possibile estensione alla suggestiva Isola di Pasqua
Una terra di grandissime ed indimenticabili emozioni; un viaggio caleidoscopico per scoprire i mille volti del paese più lungo del pianeta: l’osservazione spaziale nel deserto più arido del mondo; ghiacciai millenari che, in ordine di importanza, sono secondi solo ad Antartide e Polo nord e che creano lunghi, sinuosi e indimenticabili fiumi lattigginosi quando si sciolgono nella stagione più calda; magici boschi e laghi situati ai piedi di imponenti vulcani; la tradizione del vino ed una Santiago che respira modernità, gente amabile ed ospitale che riflette la natura aperta dei paesaggi. In questo esteso territorio dagli ampi orizzonti, la sensazione di essere vivo ti inonda.
Il Cile rappresenta un’esperienza completamente nuova, un luogo dove sentirsi in pace
Questo itinerario vi condurrà alla scoperta dei punti salienti dell’anticha civiltà cinese (la Città proibita, la Grande Muraglia, l’inimmaginabile esercito di terracotta), del suo mondo in fermento (Shangai, da sempre ponte verso l’occidente; Pechino, da antica capitale a megalopoli moderna) ma cercando di scoprire anche il fascino della Cina più tradizionale e romantica con Hangzhou e Suzhou, per cercare di comprendere una civiltà in corsa smisurata verso il progresso ed il benessere, la cui diversità radicale rispetto ad ogni altra cultura del pianeta rappresenta la ragione del suo fascino profondo e misterioso.
Un viaggio che si affronta con tanti dubbi e perplessità: cucina, lingua, distanze, difficoltà nell’utilizzo di internet, mura lunghe migliaia di chilometri, città grandi come nazioni, eserciti di terracotta che sorvegliano il sonno di imperatori.
Ma quello che ti colpisce subito è la gente: tanta, ovunque, sono tantissimi. E adesso hanno iniziato a fare turismo interno quindi, quando andiamo a visitare i vari luoghi di interesse culturale, non siamo travolti da una massa di turisti occidentali, ma da una folla enorme di turisti cinesi che vengono da altre zone. La cosa che colpisce (sia in senso figurato che in senso fisico!) è che loro probabilmente essendo così in tanti hanno una diversa concezione dello spazio. Nel senso che non lo intendono come spazio privato. Quindi nelle code, nelle visite, per strada, sono uno addosso all’altro ed essendo noi tra loro, tutti loro sono addosso a noi. Sei preso da un iniziale senso di soffocamento, ma dura poco, appena ti abitui alla massa diventa tutto più semplice.
Un altro aspetto a cui ci siamo dovuti abituare è la tradizione del pasto. Si tratta di un vero e proprio rito basato sul concetto di condivisione. Non esistono piatti, il cibo viene portato in tavola in un piatto grande e i commensali prendono il cibo con le bacchette dal centro della tavola. L’unica cosa personale è un piattino dove si mette la salsa di soia e la salsina piccante. La cucina cinese è estremamente varia. D’altronde non può essere altrimenti dato che mangiano praticamente tutto quello che si muove. Il menu è bello ricco e vario, alcuni piatti sono deliziosi, alcuni mangiabili e qualcuno decisamente distante dai nostri gusti. C’è da dire che dopo qualche giorno ed un po’ di esperienza, si finisce per abituarsi alla cucina cinese. Abbiamo potuto assaggiare tra una serie di ravioli al vapore (che hanno nomi diversi a seconda del ripieno e della forma), piatti di qualsiasi tipo di carne (rigorosamente già a pezzettini per poter essere mangiata con le bacchette, a cui è davvero difficile abituarsi) in padella o bollita con verdure e funghi, patate, riso, zuppe. L’anatra laccata alla pechinese è squisita. Mancano i formaggi e i dolci, ma la scelta tra le altre cose è ampia e non se ne sente la mancanza.
Non aspettatevi però di trovare in giro cinesi vestiti da rivoluzionari maoisti con tuniche abbottonate sul davanti, ormai vestono tutti alla occidentale. In piazza Tienanmen tantissima gente ma più nessuno ci fa ginnastica.
Città pulite, percorse in ogni dove da silenziosissimi (e pericolosissimi) motorini elettrici, un parco auto elettrico consistente, treni veloci, puntuali, puliti e con un ottimo servizio a bordo.
La modernità delle città si fonde con il fascino dell’oriente, dei profumi per le strade, nel culto dei giardini, nei templi buddisti taoisti e confuciani. Ma la Cina è anche la Città Proibita, la Grande Muraglia, l’Esercito di Terracotta, i giardini di Suzhou, i canali di Togli, il lago di Hangzhou. A proposito consiglio la visita della Città Proibita al pomeriggio. Al mattino c’è un delirio di folla.
In giro tra mercati, bancarelle e negozietti si può trovare di tutto, dal ‘tarocco’ più incredibile all’originale più economico. Ma è anche luogo di contraddizioni, si passa dalle casupole basse degli hutong, i quartieri popolari, un regno in miniatura di voci, volti, biciclette e motorini, risciò e mercatini con bachi da seta e scorpioni caramellati alla città moderna.
In pochi chilometri le casette basse ad un piano lasciano il posto ai grattacieli, i risciò alle auto, si passa dalle tranquille e contorte viuzze alle vie a tre, quattro corsie affollate del centro. E inizia il racconto un’altra Cina. Ad ogni angolo c’è qualcosa da vedere. In ogni angolo c’è qualcosa per cui rimanere stupiti.
E in ogni strada incontri qualcuno, e basta uno sguardo, un sorriso e ti verrebbe voglia di fare milioni di domande su come è la vita nel loro paese. Un dialogo difficile, ci separa il muro invalicabile della lingua, parlano solo cinese e pochissimi l’inglese. E allora la conversazione resta affidata agli sguardi, ai sorrisi, ai gesti. Spesso rimaniamo lì a guardarci incuriositi gli uni degli altri facendoci gesti incomprensibili, come la loro lingua. La sensazione è di non essere mai soli, neppure per un attimo.
E poi arriva la fine del viaggio e ti ritrovi con tante emozioni e il ricordo di luoghi bellissimi. Un viaggio indimenticabile ma soprattutto la scoperta di un paese completamente differente da quello che immaginavamo. Ma è stato solo un assaggio, un primo assaporare qualcosa di completamente nuovo e diverso. E ti rimane la voglia di conoscere meglio questo popolo così ospitale e così pudico allo stesso tempo e prepararsi ad un successivo viaggio con una maggiore consapevolezza.
Era da tempo che volevo visitare la Cina prima che esplodesse sempre di più sotto un profilo urbano e tecnologico e questo viaggio organizzato da Centocittà è stata l’occasione per rendermi conto che ormai le grandi città sono delle megalopoli che non hanno nulla da invidiare ad altre città occidentali, anzi mi è rimasto impresso l’ordine, la pulizia, l’arredo urbano, le strade a 4/5 corsie centrali e a 1/2 corsie nelle laterali per motorini tutti tassativamente elettrici Nelle grandi città ho notato l’assenza di biciclette.
La sera le città sono vive e capita spesso di incontrare nelle piazze gruppi di persone che ballano al suono di grammofoni portati da qualcuno/a. L’organizzazione perfetta del viaggio (con zero tempi morti e assistenza premurosa e cordiale ci ha permesso di scoprire) i punti salienti dell’antica civiltà cinese (la Città proibita, la Grande Muraglia, l’inimmaginabile esercito di terracotta), del suo mondo in fermento (Shangai, da sempre ponte verso l’occidente;
Pechino, da antica capitale a megalopoli moderna) ma cercando di scoprire anche ciò che, con difficoltà, persiste ancor oggi della “Cina delle tradizioni”: Pingyao, la città di “Lanterne Rosse” probabilmente la più bella delle città storiche cinesi;
la regione dello Shanxi, sconosciuta al turismo internazionale, con valli sacre, grotte, monasteri buddhisti costruiti a metà altezza su pareti rocciose verticali.
Una sorta di pellegrinaggio alle fonti dell’armonia e nello stesso tempo un incontro con le contraddizioni di una civiltà in corsa smisurata verso il progresso e il benessere, la cui diversità radicale rispetto ad ogni altra cultura del pianeta rappresenta la ragione del suo fascino profondo e misterioso.
Questo itinerario vi condurrà alla scoperta dei punti salienti dell’antica civiltà cinese (la Città proibita, la Grande Muraglia, l’inimmaginabile esercito di terracotta), del suo mondo in fermento (Shangai, da sempre ponte verso l’occidente; Pechino, da antica capitale a megalopoli moderna) ma cercando di scoprire anche il fascino della Cina più tradizionale e romantica con Hangzhou e Suzhou, per cercare di comprendere una civiltà in corsa smisurata verso il progresso ed il benessere, la cui diversità radicale rispetto ad ogni altra cultura del pianeta rappresenta la ragione del suo fascino profondo e misterioso.