Viaggio in Abruzzo: se devo associarlo ad una emozione, questa è la sorpresa.
La prima è stata L’Aquila, con il suo centro storico, i suoi palazzi dalle meravigliose facciate rinascimentali e barocche e dagli eleganti portali. Alcuni palazzi splendono, freschi di restauro, alcuni sono in fase di ristrutturazione e altri, purtroppo, come numerose chiese, sono ancora puntellati e protetti da travi in ferro, fermi a quella notte, con i segni delle scosse.
Il corso centrale, molto animato di giorno, ma soprattutto di sera, mi ha piacevolmente stupito: un simbolo di speranza e di rinascita.
Il primo giorno, a L’Aquila, ho scoperto lo stile architettonico che caratterizza le chiese aquilane e abruzzesi in generale: facciata quadrata, uno o più rosoni a raggiera e alla base uno o tre portali con lunetta affrescata o decorata da un bassorilievo a carattere sacro. Nei giorni successivi ho visto altre chiese con questa tipologia, in varie località, ma la più affascinante è, senza dubbio, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, uno dei simboli della città, dove Celestino V, il Papa “che fece il gran rifiuto”, fu incoronato e dove riposa.
Nel nostro tour non solo chiese notevoli dal punto di vista religioso, storico o artistico, ma anche piccoli gioielli, quali l’Oratorio di S.Pellegrino a Bominaco e la chiesa di S. Maria ad Cryptas a Fossa, dove sono rimasta estasiata davanti alle pareti quasi completamente affrescate con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Non posso poi dimenticare quelle chiesette, spesso in mezzo al nulla, che vedevo dal bus durante i nostri spostamenti: sono le chiesette tratturali, piccole, magiche, costruite lungo i tratturi, le storiche vie della transumanza dall’Abruzzo alla Puglia.
Un’altra sorpresa è stata Sulmona, che conoscevo solo per essere la città dei confetti. In realtà è una città con un bel centro storico, attraversato da una via principale, Corso Ovidio, così chiamato in memoria del cantore delle Metamorfosi, nato qui nel 43 a.C.. Molto particolare l’acquedotto medievale, costruito per portare l’acqua dalle montagne fino alla Valle Peligna. Oggi ne rimane solo una parte, con grandi arcate in pietra della Majella, collegata a una estremità a una storica fontana della città, la Fontana del Vecchio. Ma chi è il Vecchio, il mascherone dalle forme antropomorfe? Una tradizione lo identifica con il mitico fondatore della città, Solimo, un compagno di Enea.
Oltre a queste bellezze artistiche, ai borghi in pietra dall’atmosfera quasi fiabesca, come Santo Stefano di Sessanio, incastonati tra i monti, quello che mi ha stupito dell’Abruzzo è stata la varietà dei paesaggi. Abbiamo fatto bellissime camminate nel Parco Nazionale d’Abruzzo, come pure in faggete immense, con alberi spettacolari e una luce meravigliosa e, non poteva mancare, nel Parco Nazionale del Gran Sasso.
Il massiccio del Gran Sasso ha, secondo me, un fascino particolare. Nei giorni precedenti, avevamo già visto, da lontano, il Corno Grande, ma arrivare quasi ai suoi piedi, camminando verso il Monte Aquila, in un anfiteatro di rocce e ghiaioni, rimane per me il ricordo più bello di tutto il viaggio.
Flaminia